Volley, Scandicci: "Orgoglio di esserci ma non ci fermiamo"
Pubblicato da Playr
Prima di essere una storia di schiacciate e muri, questa è una storia di birilli e panno verde: «Wanny di Filippo mi ha insegnato a giocare, lui lo ha fatto anche con i professionisti del biliardo come Lo Scuro (come non ricordare il film di Francesco Nuti, ndr). E' stato lui che mi ha insegnato. Sabato, l'ultima volta che ho giocato con lui, l' ho anche battuto, ma non c'è dubbio che lui sia più bravo di me». Paolo Nocentini è il patron della Savino Del Bene Scandicci, la squadra che ha riportato la Toscana nel paradiso della pallavolo italiana, prima semifinalista di questa regione.
PALAZZO — «E così è successo per la pallavolo. Un giorno lui aveva la squadra a San Casciano, mi ha chiesto se andavo con lui. Insistette anche perché entrassi in società, ma non c'erano le condizioni. Ma la passione me l'ha passata. Qualche tempo dopo chiedevo al sindaco di Scandicci se c'era una squadra dalle nostre parti: ed eccomi qua». Dalla rivalità del biliardo (all'italiana) a quella delle schiacciate sempre con l'eclettico Wanny Di Filippo del Bisonte Firenze. «Al momento ho un vero cruccio che è quello del palazzo dello sport: quello di Scandicci è piccolo e anche vecchiotto. Per le semifinali (si inizia sabato in casa con Conegliano, gara-1) non ci possiamo giocare. Quindi dobbiamo cercarci uno spazio in giro per la Toscana: gara-1 a Firenze, gara-3 a Montecatini e gara-5 (se mai ci arriveremo) ancora al Mandela Forum. So che Wanny ha iniziato a costruire un palasport per il Bisonte. Io sono un po' titubante perché l'esborso è importante. Il comune ci darebbe un'area che ha già identificato e anche un contributo. Ma resterebbe fuori una cifra considerevole: 8-10 milioni di euro. Insomma non brustoline. Ci penseremo».
PERDERE — In attesa di tornare sulla questione si concentra sulla parte più interessante della stagione. «In campionato non c'è stato nessuno che ha vinto quanto abbiamo fatto noi noi e questa per me è stata una grande soddisfazione. Quando sono entrato non so se la squadra fosse in serie B-2. Adesso siamo fra le prime d'Italia. Anzi, seppure di poco, abbiamo vinto una gara in più di Novara e Conegliano che ci troveremo di fronte a Firenze sabato sera. Questo mi soddisfa. Poi è chiaro che arrivato a questo punto non mi voglio fermare. Perché, diciamoci proprio la verità, a me perdere non garba per nulla. Mi fa proprio girare i cosiddetti. Mi incazzo come una belva: poi è chiaro che mi passa tutto. Ma la notte dopo una sconfitta dormo poco»
CONTATTO — «Vivo la squadra a 360 gradi. Ne parlo con allenatore e dirigenti, ma voglio mettere becco ai contratti e alla costruzione del gruppo. Quest'anno con Haak siamo andati molto bene, è una ragazza eccezionale, ha fatto un grande campionato e Parisi mi aveva appoggiato molto questa scelta, che anche dal punto di vista economico si è rivelata più che azzeccata. Adesso ci manca un salto di qualità di Bethania De La Cruz. Con lei possiamo arrivare ancora più in alto». Di scalate Nocentini (classe 1941) se ne intende e con orgoglio ricorda. «Sono entrato alla Savino Del Bene quando avevo 15 anni, sono più di 60 anni che lavoro per questa società e da 40 la dirigo». Quando un paio di anni fa il presidente Mattarella lo ha nominato Cavaliere del Lavoro lui con ironia ha detto «mi hanno dato un premio alla vecchiaia». In realtà non ha nessuna intenzione di mollare visto che si trova alla guida di un'azienda con sedi in mezzo mondo e oltre 3000 dipendenti (si occupa di spedizioni di prodotti di moda negli Stati Uniti). «La pallavolo non è proprio lo sport che parla ai nostri clienti, ma mi è servita in parte ad aprire relazioni con altri imprenditori. Ma piano piano è qualcosa che mi è entrata dentro: con le ragazze della squadra ho un buon rapporto, anche l'altra sera ero a cena con un paio di loro. Mi piace molto l'armonia di certi gesti tecnici: come per esempio la pipe (un attacco da seconda linea, di solito effettuato da una schiacciatrice, ndr)». Anche se quando l'arbitro fischia l'inizio del match per Nocentini inizia una tortura: «Soffro molto a guardare le gare e non riesco a stare fermo». Figuriamoci in semifinale con Conegliano: «Ma voti per la vittoria non ne faccio. Andiamo e ce la giochiamo». Come una partita a biliardo con l'amico Wanny...
Fonte: http://www.gazzetta.it/Volley/26-03-2018/volley-donne-scandicci-orgoglio-esserci-ma-non-ci-fermiamo-26062682329.shtml